L’IVA scomparsa e l’arte dell’assoluzione: come un cavillo tecnico ha salvato un imprenditore

Magia, prestigiatore, illusionista
Magia, prestigiatore, illusionista

REGGIO CALABRIA, 26 SETT 2023 – Nel caos dell’IVA, dove ogni centesimo conta, ecco la storia di un audace imprenditore che ha sfidato l’Erario con un tocco di abilità degno di un mago delle tasse. In un mondo in cui ogni cittadino è tenuto a fare il proprio dovere fiscale, c’è chi, come il titolare di una società immobiliare reggina, sembra aver scoperto il segreto per far sparire l’IVA.

Le indagini della polizia tributaria hanno gettato luce su questa storia affascinante. Una società immobiliare, di proprietà di una famiglia di imprenditori reggini, aveva accumulato un’enorme quantità di IVA incassata da operazioni commerciali, ma incredibilmente, questa somma non aveva mai raggiunto le casse dello Stato. Un vero e proprio trucco da prestigiatore finanziario!

La polizia tributaria, vedendo gli importi che stavano in gioco, non ha esitato a denunciare il legale rappresentante della società alla Procura della Repubblica di Milano. Il reato? L’omesso versamento di IVA, un reato che poteva portare a conseguenze molto serie.

Ma qui entra in scena l’eroe della storia, l’Avvocato Alfredo Foti del Foro di Roma. Questo avvocato ha dimostrato una maestria legale degna dei più grandi avvocati cinematografici. Ha ottenuto un rito abbreviato, ma con una condizione: l’acquisizione di documentazione difensiva. E poi, come un mago che svela il suo trucco più grande, ha sfoderato l’asso nella manica.

Il legale ha messo in discussione la prova piena e certa richiesta per una condanna penale. Ha sostenuto che i dati contabili differivano da quelli presenti nella dichiarazione e che questa discrepanza non poteva portare a una condanna sicura. La sua argomentazione ha poggia su un principio unico: il ragionevole dubbio.

Questa tesi giuridica, contraria alla Corte di Cassazione che crede che l’importo da versare sia basato sulla dichiarazione del contribuente, ha sorpreso tutti. Ma sorprendentemente, sia il Tribunale che il Pubblico Ministero hanno abbracciato questa visione, chiedendo un’assoluzione per l’imprenditore reggino.

E così, grazie a un cavillo tecnico e a una dose di ironia nel mondo legale, l’imprenditore ha evitato non solo una condanna, ma anche la confisca dei beni della sua società di famiglia. Una storia che dimostra che nell’arena giuridica, come nella vita, talvolta è l’elemento di sorpresa a fare la differenza. Ora, speriamo solo che l’IVA scomparsa non abbia pianificato una sua rivincita!