Idea per una gita a Ferragosto: vedere il platano millenario a Curinga e l’Eremo dei monaci basiliani

Platano di Curinga
Platano di Curinga (fonte quicosenza.it)

Non sapete ancora cosa fare a Ferragosto? Vi consigliamo, se ancora non lo conoscete, di andare a Curinga per ammirare un esemplare rarissimo di platano e l’Eremo

Il platano, appartenente alla famiglia delle platanacee, è un albero molto longevo e può arrivare addirittura fino a 250 anni di età e a 30 metri di altezza.

Il Platanus orientali è originario dell’Asia Occidentale ed è un albero iscritto all’elenco nazionale degli alberi monumentali del Mipaaft.

Quello che sta a Curinga, in provincia di Catanzaro, è un esemplare molto raro. In Italia, ce ne sono pochissimi e meritano quindi una particolare cura e attenzione al fine di preservare e conservare.

Inoltre, il platano ha anche un significato simbolico che ci riporta alla rigenerazione e al cambiamento. Questo non è casuale. Ogni anno, una parte della corteccia del tronco si distacca dal resto per formare aree irregolari dalla forma e dall’aspetto liscio e perfetto.

Il Platano di Curinga si erge su una zona più elevata del terreno forse per via delle acque piovane che nel tempo hanno eroso l’area circostante.

L’albero è alto 31,50 metri e ha una circonferenza alla base di 20 metri. La sua posizione è strategica in quanto è possibile vedere anche il Mar Tirreno.

Il borgo medioevale di Curinga

Una gita adatta a grandi e piccini

Visitare Curinga e soprattutto il suo maestoso platano può essere divertente.

Il tronco è talmente grande che sembra abbia delle finestre per guardare attraverso; esso ha un’apertura larga più di 3 metri attraverso la quale si potrebbe anche entrarci dentro ma è vietato.

Sembrerà di trovarsi dentro una casetta delle fiabe, quelle fatte di legno.

La storia del platano di Curinga

La nascita di questo maestoso platano non è nota. Pare che abbia 1000 anni e che fu piantato dai monaci basiliani.

Poco distante c’è infatti l’Eremo di Sant’Elia costruito proprio dai monaci basiliani che è attualmente un rudere.

Nonostante sia ormai fatto di pochi resti, l’eremo attira i visitatori.

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