Sandro De Bonis: l’attualità del pensiero politico di Aldo Moro

La copertina del libro di Sandro De Bonis su Aldo Moro

A cosa serve un ennesimo libro su Aldo Moro? È questa una delle domande che pone Sandro De Bonis al lettore. L’autore intende analizzare il pensiero del politico sotto la lente di ingrandimento che appartiene all’uomo Moro. Una chiave di lettura in cui tutta l’umanità si ritrova

L’Umanità che viene. Riflessioni sul pensiero politico di Aldo Moro” (Giacovelli Editore gennaio 2024 ISBN: 979-12-81113-99-2) è il nuovo saggio di Sandro De Bonis. Si tratta di una disquisizione sull’attualità del pensiero politico e umano del famoso uomo politico ucciso nel 1978.

Sandro De Bonis è nato a Cosenza e attualmente insegna filosofia a Pavia. L’autore ha studiato presso il Magistero in Scienze Religiose, all’ISSR San Francesco di Sales a Cosenza. Successivamente, ha conseguito la Laurea in Filosofia, presso l’Università della Calabria.

La filosofia e l’indagine del pensiero ritornano quindi nella bibliografia di Sandro De Bonis per esplorare un altro sentiero. Questo è lontano, anche se non troppo, dalle analisi del pensiero filosofico nel mondo della musica. La filosofia vista come un comune denominatore che unisce gli argomenti anche se eterogenei tra loro.

La figura politica di Aldo Moro ha un ruolo mediano nel panorama della politica italiana che va dalla fine della seconda guerra mondiale alla fine degli anni Settanta. Sebbene la sua morte violenta avvenuta l’8 maggio 1978 pose fine al suo ambizioso progetto politico in cui credeva fermamente, negli anni Novanta ci fu un tentativo di ripresa delle sue idee moderne che però non fu totalmente realizzato a causa di eventi ben noti che stravolsero la nostra società e la politica. Eppure, questi cambiamenti erano già stati percepiti da Aldo Moro alla fine degli anni Sessanta.

Aldo Moro al Consiglio Nazionale della DC nel 1968 e la nuova umanità

Non è quindi un caso se Sandro De Bonis faccia partire idealmente l’analisi del pensiero politico di Aldo Moro dal Consiglio Nazionale della Democrazia Cristiana che si tenne il 22 novembre 1968.

Questo evento è importante perché in quella occasione il politico espresse con una lucidità e una modernità assoluta un pensiero che è ancora oggi valido. Un’analisi che sarà probabilmente valida anche per i prossimi decenni davanti a noi.

La nuova umanità identificata all’epoca da Aldo Moro è ancora un pensiero moderno perché – come afferma Antonino D’Anna – «se un politico pensa alla prossima elezione, lo statista alla prossima generazione.»

Il progetto di Aldo Moro vedeva in un primo tempo il cosiddetto “compromesso storico” che consisteva in un inserimento graduale del partito comunista nelle democrazie occidentali. In un secondo momento, Moro prevedeva un ricambio della classa politica dell’epoca dando più riconoscimento al PCI italiano.

– Il pensiero laico di Aldo Moro

Questa formulazione gli costò la vita per mano delle Brigate Rosse, per la quale non si esclude la partecipazione all’atto crudele e tragico da parte di elementi internazionali. Ancora oggi, il caso Moro attira tesi e approfondimenti giornalistici perché tanti dettagli sono ancora oscuri e la verità assoluta non è stata ancora svelata.

Al di là delle considerazioni del campo giudiziario, il pensiero politico di Aldo Moro è ancora vivo e la sua figura è celebrata anche per il grande spessore umano.

Secondo De Bonis: «Moro esprime lo sguardo di un uomo che contempla la politica protagonista nella lotta quotidiana per la risoluzione dei problemi, consapevole che il senso dei singoli fatti si comprendono e si spiegano nel collegamento con orizzonti di senso più vasti.  Per questo Moro portava il confronto politico a misurarsi con grandi sfide, come l’occasione per modulare il pensiero politico attorno a temi e progetti che riguardano i grandi cambiamenti radicali, come sono stati il superamento del centrismo, la costruzione del primo governo di centro-sinistra e il tentativo di coinvolgere il Pci nel governo di solidarietà nazionale, obiettivo che aveva l’intento di arrivare a realizzare anche in Italia la democrazia compiuta. Tutte proposte contestate e contrastate, perché, oltre a rompere consolidati equilibri ed abituali tradizioni, percorrevano grandi disegni, che solo dentro un’ampia prospettiva storica potevano essere compresi che il partito non aveva metabolizzato».

Il pensiero politico che divide gli studiosi

Se oggi il pensiero di Aldo Moro ci appare nel suo aspetto rivoluzionario, non tutti gli analisti ritengono che la sua filosofia abbia un carattere organico e sistematico. Per tanti non ha un sistema filosofico.

Ciò che appare come un assioma del suo pensiero politico è che c’è di base l’idea o l’ideale della funzione sociale della politica che deve saper interpretare i cambiamenti sociali, orientando le tendenze attraverso una regola, poiché ad essi sono ovviamente interconnessi anche le dinamiche economiche.

La politica dopo il 1978

Con la morte di Aldo Moro l’Italia e il mondo non solo perdono un uomo e un politico eccellente, ma la tragedia segna la crisi profonda della politica e della democrazia.

Moro fu tenuto prigioniero per oltre un mese durante i quali il mondo politico apparve nella sua totale debolezza. Questa caratteristica arriva a noi dopo decenni, anche dopo la cosiddetta Seconda Repubblica che non ha visto e ancora non vede politici all’altezza di Aldo Moro e dei padri costituenti.

Questo libro ha quindi l’intenzione di riproporre il pensiero del politico e di riportarlo ai giorni nostri. Filtrato da una lente che umanizza, non solo l’uomo Aldo Moro. Sono soprattutto le sue intenzioni e le idee che se all’epoca apparvero rivoluzionarie oggi sarebbero necessarie.

Il potere dei media: il nuovo che Moro aveva intuito

Ciò che differenzia i tempi in cui Aldo Moro era vivo e oggi è sicuramente il peso dei media. Se all’epoca esistevano i giornali cartacei che davano le notizie il girono successivo e i telegiornali della RAI, oggi la politica si affida molto ai social e all’immediatezza della diffusione non tanto via etere quanto via web.

Sandro De Bonis tocca questo argomento affermando che: «Ai tempi di Moro l’influenza dei media non era così totalizzante come oggi, la politica godeva di un ampio margine di manovra. Moro è stato custode nobile dell’agire politico, il lui è centrale la pratica dell’ascolto, dimensione che implica la sfera pubblica, dove le opinioni sono tradotti in discorsi, modalità che permette a tutti di prendere la parola».

Inoltre, secondo De Bonis: «I media non solo illuminano ma distorcono la comunicazione politica, inducono ad una estrema radicalizzazione le posizioni in campo, tale situazione produce una frammentazione dei discorsi, allontanando, così, i cittadini dalla focalizzazione di interessi comuni. Le piattaforme, da questo vista, inducono alla privatizzazione dello spazio pubblico, perché immettono finalità commerciali, elementi questi che distraggono dal normale confronto pubblico. Assistiamo, così, ad una pericolosa colonizzazione dello spazio pubblico sempre più intasato da un eccessivo flusso di comunicazioni».

Le differenze tra passato e presente sono interessanti anche per capire la grandezza di Aldo Moro che percepì come essenziali le dinamiche sociali collegate alla politica che deve fare da faro illuminante ai cambiamenti. Il nuovo che si preannuncia non deve essere visto con timore, ma andrebbe collocato e accolto dentro la stessa politica perché “la politica è la messa in luce del rapporto tra istituzioni e l’umano”.

Dove acquistare il saggio di Sandro De Bonis su Aldo Moro

Il libro di Sandro De Bonis “L’Umanità che viene. Riflessioni sul pensiero politico di Aldo Moro” è disponibile nelle librerie e su diverse piattaforme online tra cui:

Giacovelli Editore

Feltrinelli

Rizzoli

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