Catanzaro, polemica sulla memoria di Sergio Ramelli: il Comune nega il patrocinio alla mostra
CATANZARO, 26 APR 2025 – Il cinquantenario dell’uccisione di Sergio Ramelli, giovane militante del Fronte della Gioventù, sta alimentando un acceso dibattito in diverse città italiane. Anche a Catanzaro il tema ha assunto una connotazione politica e istituzionale, in seguito alla polemica sollevata dal consigliere comunale Eugenio Riccio, capogruppo della Lega Salvini Premier a Palazzo De Nobili.
Al centro della questione c’è la decisione dell’amministrazione comunale di concedere il patrocinio alla manifestazione promossa dall’ANPI (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) in occasione del 25 aprile, Festa della Liberazione, e, secondo quanto denuncia Riccio, di aver invece negato lo stesso patrocinio a una mostra fotografica dedicata alla memoria di Sergio Ramelli.
Ramelli fu aggredito a Milano nel marzo del 1975 da un gruppo di militanti dell’estrema sinistra e morì dopo settimane di agonia, il 29 aprile dello stesso anno. La sua vicenda è diventata negli anni simbolo delle violenze politiche che segnarono l’Italia degli “anni di piombo”. A 50 anni di distanza, il suo nome continua a essere al centro di discussioni politiche e culturali che riflettono la complessità del rapporto tra memoria e storia nel nostro Paese.
Nel comunicato stampa diffuso ieri, Riccio accusa il Comune di Catanzaro di «memoria selettiva» e «faziosità istituzionale». Il consigliere contesta la scelta di non patrocinare la mostra su Ramelli, considerandola una “censura” e un segno di discriminazione nei confronti di una parte della memoria storica italiana. «È inaccettabile – dichiara – che un’istituzione pubblica decida chi può essere ricordato e chi no».
Un ulteriore elemento di polemica è legato alla concomitanza della manifestazione ANPI con il lutto nazionale proclamato per la scomparsa di Papa Francesco, secondo Riccio un contesto che avrebbe richiesto maggiore sobrietà e assenza di simboli politici.
Al momento, l’amministrazione comunale non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali in risposta al comunicato del consigliere leghista. La scelta di patrocinare o meno iniziative legate alla memoria storica rimane un terreno delicato, soprattutto quando si intreccia con il calendario civile e con anniversari molto sentiti come quello del 25 aprile.
Il caso solleva domande più ampie sul ruolo delle istituzioni nella gestione della memoria collettiva e sul rischio, sempre presente, che ricordi e commemorazioni vengano utilizzati come strumenti di contrapposizione anziché di riflessione condivisa.
In attesa di eventuali chiarimenti da parte del Comune, la vicenda invita a una riflessione più ampia sul significato di memoria pubblica in un Paese ancora attraversato da letture divergenti del proprio passato.