La bellezza dei siti archeologici della Calabria

Grotta del Romito
Testimonianza del Paleolitico superiore: Grotta del Romito

La Calabria è senza dubbio tra le regioni più belle d’Italia, capace di attrarre turisti provenienti da tutto il mondo con le sue spiagge mozzafiato, i parchi dalla bellezza unica e le piste da sci sull’Aspromonte. Ma non solo: la Calabria è anche e soprattutto cultura!

A parte i Bronzi di Riace, famosi in tutto il mondo e visibili al Palazzo Campanella di Reggio Calabria, la nostra regione ha anche diversi siti archeologici, che raccontano la storia della colonizzazione delle nostre zone da parte degli antichi Greci. 

Tropea

La bellezza del sito archeologico di Sibari, che documenta l’immigrazione degli antichi Greci nelle terre della Calabria

Nel VIII secolo a.C., inizia la colonizzazione greca: il popolo che ci ha saputo regalare l’Iliade e l’Odissea, nonché i tanti miti su Zeus e gli altri dei dell’Olimpo, inizia a colonizzare alcune zone dell’Italia meridionale e della Sicilia.

Nel 720 a.C. gli Achei, una tra le più antiche popolazioni elleniche, celebrata persino da Omero, fondarono la loro prima colonia in Italia: Sibari, a sud del golfo di Taranto

Scavi archeologici di Sibari

La posizione di Sibari, tra due fiumi e su una pianura molto fertile, la rende ben presto una tra le città più potenti della Magna Grecia. Tuttavia, tutto questo potere finisce per destare preoccupazione nella vicina Crotone. Le due poleis entrano in guerra, e Sibari ne esce sconfitta, oltre che completamente distrutta, nel 510 a.C.
Sulle rovine di Sibari, intorno al 444 a.C. viene fondata la colonia panellenica di Thurii per volere di Pericle. 

Gli scavi, iniziati nel 1879, hanno permesso di riportare alla luce diverse aree dell’antica Sibari/Thurii. Nella zona di Parco del Cavallo sono state rinvenute alcune delle plateiai, cioè le strade greche, menzionate da Diodoro Siculo nelle sue opere letterarie. 

Il teatro è tra gli edifici meglio conservati della città: è databile al I secolo a.C. e caratterizzato da una pianta semicircolare. Gli scavi più recenti hanno permesso di individuare anche l’agorà di Thurii, di cui rimangono i resti di un portico che delimitava la piazza principale. 

Nell’84 a.C., la città calabrese diventa municipio romano, sotto il nome di Copia, tuttavia le fonti letterarie continuano a chiamarla Thurii. A Sibari sono state ritrovate delle dimore signorili risalenti all’età augustea, adornate di bellissimi mosaici e fornite di molte aree dedicate al relax e al divertimento, tra cui il gioco dell’alea, il passatempo preferito dallo stesso Augusto. In questo periodo, infatti, Sibari torna agli antichi splendori, per poi essere gradualmente abbandonata nel periodo che va dal V al VII secolo. 

All’età romana risale anche un tempietto, in cui è stata trovata una laminetta bronzea con le immagini di Minerva, Ercole, Giove e Apollo, e le terme, databili al I secolo d.C. e dotate di un tepidarium e un calidarium ancor oggi ben riconoscibili.

Il parco archeologico di Scolacium e la storia di Skylletion, antica colonia greca

In provincia di Catanzaro, in mezzo a un grande uliveto, sorge un altro tra i siti archeologici più affascinanti d’Italia: quello di Skylletion, colonia greca diventata poi Scolacium in epoca romana. 

parco Scolacium Roccelletta di Borgia
Parco Scolacium (Roccelletta di Borgia)

La città fu fondata tra il VI ed il V secolo a.C., e la leggenda vuole che il fondatore sia stato Menesteo, il re di Atene. Grazie alla sua posizione sul mar Ionio, proprio vicino al golfo di Squillace, Skylletion divenne ben presto un importante centro commerciale. 

Intorno al 122 a.C., Skylletion divenne colonia romana sotto il nome di Scolacium. Dell’antica Scolacium ci rimangono il foro, caratterizzato da una particolare pavimentazione in laterizio, nonché i resti della Curia, del Capitolium, delle terme e del teatro. 

La colonia romana venne progressivamente abbandonata a partire dal VII secolo d.C., a causa di fenomeni di impaludamento. Oggi il parco archeologico ospita anche il Museo Archeologico di Scolacium, che raccoglie tutti i reperti rinvenuti durante le operazioni di scavo e li rende ancora più accattivanti grazie alle tecnologie più moderne, come la realtà aumentata.