Milano e la cultura italiana il 19 agosto salutano per l’ultima volta il gigante Francesco Alberoni

Francesco Alberoni
Francesco Alberoni

Ricordando Francesco Alberoni: un’ultima ode alla cultura italiana

Sabato 19 agosto si terranno a Milano nella basilica di Sant’Ambrogio, i funerali del sociologo, scrittore, giornalista, accademico Francesco Alberoni.

Piacentino d’origine e Milanese d’adozione Alberoni, che a lungo indagò sulle relazioni interpersonali prima e collettive dopo, non fu uno studioso improvvisato. Medico specializzato in psichiatria, affinò i suoi studi in psicoanalisi, statistica, matematica, teoria dell’informazione e movimenti di massa.  

Eminente sociologo e profondo conoscitore dei movimenti collettivi, dottrinalmente si staccò dai classici Rousseau, Hobbes e Locke che concepivano l’origine delle Istituzioni e quindi dello Stato, nella teoria contrattualistica. Alberoni ai classici contrappose gli studi sui movimenti collettivi, i quali, secondo la sua riconosciuta teoria, una volta raggiunto lo stadio eccellente di maturazione e di condivisione totale danno vita alle Istituzioni quindi allo Stato.

La conoscenza profonda degli andamenti aggregativi lo portò a ricoprire incarichi autorevoli nel mondo accademico del nostro paese. Fu rettore per parecchi anni di due prestigiose università italiane la Iulm e l’Università di Trento. Le cariche ricoperte dallo studioso nello scenario culturale italiano sono innumerevoli e inelencabili.

Lo stesso dicasi delle pubblicazioni sia di quelle politiche dottrinali che di quelle relative ai rapporti interpersonali come l’innamoramento, l’amore e l’eros.

Per lo studioso l’innamoramento in due individui altro non è che la ribellione al vecchio stato sociale e di condizione che ha come conseguenza naturale il desiderio di strutturare una situazione nuova appunto un rapporto di coppia. Il libro per antonomasia che racchiude questa teoria è appunto “Innamoramento e amore” del 1979, tradotto in più di venticinque lingue. Dal punto di vista politico dottrinale, invece, a mio avviso “Genesi”, rappresenta l’apice delle teorie alboriane. Leggere le opere di Alberoni che di anni che ci ha lasciati qualche giorno fa a novantatré anni, non significa spolverare un classico e dilettarsi. Significa leggere il presente e muoversi agevolmente in ciò che sta accadendo adesso sia dal punto di vista politico istituzionale sia da quello interpersonale. Sabato Milano e tutti gli Italiani saluteranno un gigante della cultura italiana, Francesco Alberoni.