Giustizia per George Floyd: «Please, I can’t breathe!»

George Floyd - Justice for George Floyd
George Floyd - Justice for George Floyd (fonte money.it)

Centinaia di persone hanno manifestato a Minneapolis, Minnesota, (Stati Uniti), davanti al commissariato di polizia a cui appartenevano i quattro poliziotti – ora licenziati – accusati di aver ucciso il 46enne afroamericano George Floyd.

Lanci di sassi e di bottiglie contro gli agenti, alcuni negozi saccheggiati. Fiori e cartelli in ricordo dell’uomo. Trump: “Giustizia sarà fatta”.

Il video che ha fatto (e sta facendo) il giro sul web, è a dir poco raccapricciante. La morte di George Floyd è inaccettabile.

L’essere (in) umano ha colpito ancora, e indossava una divisa che dovrebbe garantire la giustizia, non deturparla. L’abuso di potere dell’uomo bianco sull’uomo nero, è una storia vecchia che si ripete inspiegabilmente. Anzi, la parola – razzismo – può aiutare.

“Please, I can’t breathe!”: chi era George Floyd e cosa è successo a Minneapolis (USA)

George Floyd, di Minneapolis, Minnesota (USA), è morto lunedì 25 gennaio, dopo essere stato bloccato a terra da 3 poliziotti (mentre 1 poliziotto era intento a non far avvicinare i passanti che erano in protesta). In particolare, un poliziotto (come si vede dal video realizzato dai passanti che protestavano in favore di Floyd) bloccava l’uomo, a terra, contro l’asfalto, con il ginocchio a fare pressione sul collo del 46enne afroamericano di Minneapolis.

Tutto questo è durato per diversi minuti, con freddezza l’uomo bianco continuava a mantenere quella posizione, mentre George sempre più debolmente implorava di essere lasciato andare e pronunciava diverse volte queste parole: «Please, I can’t breathe! Please» («Per favore, non riesco a respirare! Per favore»).

Finché il 46enne afroamericano non ha perso conoscenza. A quel punto (solo a quel punto) è stata chiamata l’ambulanza che è sopraggiunta e ha trasportato George Floyd, privo di conoscenza sulla barella. Poco dopo il 46enne è morto.

Tutto questo perché George era stato trovato in possesso di un documento falso.

Le indagini del caso sono state affidate all’FBI e i quattro agenti di polizia coinvolti sono stati licenziati, ma non ancora sotto accusa.

L’indignazione delle centinaia di persone che protestano pacificamente da giorni a Minneapolis (anche se ci è stato qualche scatto di rabbia), si è unita all’indignazione sul web e a quella di tutto il mondo occidentale.

A tre giorni dall’accaduto non si fa che chiedere giustizia per George Floyd, perché quello che è successo non solo non è giusto, ma non è umano.