Nunzio Belcaro: “Spirlì politicamente è lucido, attenzione a definirlo clown”

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Spirlì

Come diceva un famoso autore di testi, non bisogna mai contraddire gli ignoranti e i presuntuosi. Alla fine, si autodistruggono da soli. Resta da chiedersi: Nino Sperlì ci fa o ci è? I suoi interventi sono volutamente provocatori oppure è egli stesso “vittima” di una logica, definiamola per semplicità, leghista? Forse entrambe le cose o nessuna. O forse una e non l’altra.

Certo è che che se avesse voluto spazio nelle pagine del gossip (ma non di politica) ci è riuscito tranquillamente.

La bufera in casa Arcigay

Esiste una nota stampa di Arcigay Calabria riguardo alle affermazioni rilasciate dal vice presidente della Regione, Nino Sperlì, a Catania nell’ambito della “Pontida del Sud” promossa dalla Lega a sostegno di Matteo Salvini. Le critiche contro Spirlì arrivano anche da Arcigay Reggio Calabria che invita la governatrice a “una presa di posizione contro queste dichiarazioni che altro non sono che linguaggio d’odio che alimenta violenze e discriminazioni”. Definendo le parole espresse pari a quelle scritte per uno show.

E diciamo pure che non ci sono dubbi sull’interpretazione di ciò che è stato sarcasticamente espresso riguardo gay, ma anche i “negri”.

Di Nino Spirlì, assessore alla cultura, e del suo intervento “artistico” ne sta parlando la politica e la stampa anche a livello nazionale: da Travaglio a Scanzi, sottolineando l’inadeguatezza a rappresentare la Calabria; così come i suoi sostenitori: da Matteo Salvini a Jole Santelli, ovviamente questi ultimi stanno sminuendo ciò che è stato detto pubblicamente.

C’è chi, come la giornalista Ida Dominijanni, chiede la rimozione del politico leghista come vice presidente della regione Calabria e assessore alla cultura, poiché in effetti sembra quasi un ossimoro. Così come essere omosessuale e omofobo riporta a un quadro di un’idra di Lerna con più teste.

Contro il “Dirò ‘negro’ e ‘frocio’ finché campo” di Spirlì, parla la Cultura di Nunzio Belcaro

Si vorrebbe non parlare di razzismo, si vorrebbe non parlare di ignoranza e di speculazione culturale. La Calabria ha tanto da raccontare ed è una regione storicamente importante proprio per la cultura, per le sue radici antichissime che hanno dato i natali all’Italia.

Ci sono sembrate sensate le parole di una persona che con la cultura ha a che fare tutti i giorni. Soprattutto, considerando che il suo interesse è proprio quello di salvaguardare il lato valido della Calabria e di tutelare l’immagine di quei calabresi che sono lontanissimi da una mentalità gretta e oscurantista.

Nunzio Belcaro della libreria Ubik di Catanzaro ha voluto commentare così: “Spirlì non esercita nelle belle arti, non è un musicista affermato, non è uno scrittore di valore e per quello che ha svolto lavorativamente non gli è attribuibile la parola “artista”.Fra l’altro quest’ultima è parola abusata e male interpretata troppe volte in Italia. Che la usi male la Santelli non fa notizia. Ma è di certo un professionista della parola, un uomo di buona cultura. Politicamente è lucido, attenzione a definirlo clown.È un suprematista ultraconservatore ed emerge chiaramente da anni di sue dichiarazioni contro ogni forma di progressismo.Contro Papa Francesco e a favore di un cattolicesimo magico, oscurantista, preconciliare, fatto di ostentazione di madonne e rosari.È totalmente razzista, inutile fare l’esegesi delle intenzioni di decine di sue frasi, dal vivo o attraverso articoli e interviste. Quando rivendica il diritto di poter dire “mamma, arrivau u niguru”, rivendica il diritto di poter offendere.Sua madre cinquant’anni fa lo poteva dire perché non sapeva, oggi lui lo fa con consapevolezze diverse.Negro e nigger in angloamericano sono riferimenti dispregiativi alla condizione di schiavitù, di derivazione spagnola ma anche espressiva di una condizione, quella di raccoglitori di cotone nelle piantagioni con le ginocchia a terra (knee-ground). Non è irriverenza la sua. L’irriverenza si ha quando si attacca chi di solito è oggetto di reverenza. Attaccare neri e migranti vuol dire attaccare le persone più oltraggiate della storia dell’umanità.Spirlì è un omosessuale contro i diritti civili degli omosessuali. La storia ci ha insegnato che esistono neri negrieri, ebrei al soldo dei nazisti, quindi è risibile utilizzare la sua omosessualità come assoluzione o giustificazione delle sue intenzioni politiche e culturali. Sapevo benissimo chi fosse prima del suo incarico e capisco benissimo le motivazioni politiche che portano Salvini a sceglierlo. La lega di Salvini, ovunque vince, è impegnata nel divulgare la sua cultura ultraconservatrice, promuovendo festival di mamme massaie, vietando libri per bambini non graditi perché a sostegno dell’accettazione delle diversità.Niente di strano quindi. Chi appartiene a quella maggioranza per carrierismo politico, per il potere, per fare affari, oggi si vede tracciare dal vice presidente della regione il solco politico, i binari entro i quali si dovrà muovere. Spirlì ha una visione del mondo, è in buonissima compagnia su scala internazionale e detta la linea nel vuoto cosmico e nel mare di mediocrità della politica governativa calabrese. Quindi basta arrampicate sugli specchi. Un partito come Forza Italia, nato per compiere la cosiddetta “rivoluzione liberale” si subordina a una visione totalmente illiberale; chi pensava invece che si potesse usare il treno del consenso leghista per fare carriera in maniera gattopardesca rimanendone indenni si sbagliava. È la Calabria suprematista di Nino Spirlì a governarci. E io sto dalla parte opposta.”

Ci chiediamo: perché poi a farne le spese è sempre l’immagine della Calabria e dei calabresi e non del singolo?

Non è che che poi alla fine si rinnegano storie, usi e costumi dei nostri antenati la cui pelle era più simile ai “nìguri” che non a un ariano sceso dal nord?

Alla fine, tutto ha una sua logica: si disprezzano gli altri sperando di non essere disprezzati. Da gay, si denigrano gli omosessuali per mantenere le distanze. Si disprezzano i “negri”, per sentirsi accolti e parte attiva della Lega che si rappresenta nella giunta regionale.

Non è poco.