Pittelli nel maxi processo Rinascita Scott: «Non sono un collegamento tra mafia e politica»

Giancarlo-Pittelli
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L’ex parlamentare Giancarlo Pittelli respinge le accuse e si difende dalle insinuazioni sulla sua presunta partecipazione a logge massoniche segrete

Nel Maxi Processo Rinascita Scott, l’avvocato ed ex parlamentare Giancarlo Pittelli ha pronunciato dichiarazioni accorate per respingere le accuse di concorso esterno in associazione mafiosa che lo hanno coinvolto. Pittelli, rappresentato dagli avvocati Giandomenico Caiazza, Guido Contestabile e Salvatore Staiano, ha preso la parola per affermare la sua innocenza e sfatare le voci circolanti sul suo presunto coinvolgimento con la criminalità organizzata e con logge massoniche segrete.

L’inchiesta ha gettato ombre pesanti sulla reputazione di Pittelli, influenzando profondamente la sua vita personale e professionale. Nelle sue parole, l’ex parlamentare ha ammesso che le accuse mossegli “hanno devastato la vita familiare e professionale”, ma ha sottolineato con fermezza che non ha mai violato la legge nelle sue attività professionali, politiche e umane.

L’accusa più grave che gli è stata rivolta, secondo Pittelli stesso, è stata quella di essere un “collegamento tra la criminalità organizzata, il mondo politico, il mondo degli affari e la massoneria”. Ha definito tale accusa come terribile e ha ribadito di non avere mai partecipato ad attività illegali o illecite. Man mano che l’istruttoria procedeva, le accuse specifiche sono state smontate, e l’immagine di Pittelli come manipolatore di processi si è rivelata infondata. Pittelli ha sottolineato che le persone coinvolte nei presunti processi manipolati sono tra le più oneste e integre nel Distretto giudiziario.

Una delle voci che ha circolato riguarda la presunta partecipazione di Pittelli a logge massoniche segrete. Ma, l’ex parlamentare ha chiarito di essere stato iscritto alla Massoneria solo dal 1988 al 1993, periodo dopo il quale ha deciso di smettere per mancanza di tempo. Ha respinto categoricamente l’esistenza di logge massoniche segrete o irregolari delle quali non era a conoscenza.

Pittelli ha anche condiviso l’origine di una delle voci diffuse sulla sua presunta partecipazione a logge massoniche segrete. Questa leggenda metropolitana ha avuto origine da uno scontro con un magistrato di Catanzaro nel 2007. Dopo l’invio di un’informazione di garanzia nei confronti di Pittelli per corruzione, ha iniziato a circolare l’accusa che lui appartenesse a una loggia massonica segreta. Tuttavia, le indagini su tali accuse sono state archiviate per mancanza di prove.

L’ex parlamentare ha chiuso il suo intervento sottolineando che non ha mai tratto vantaggi dalla sua partecipazione alla massoneria o dalla sua attività politica e che i suoi conti correnti sono sempre stati accessibili a tutti. Ha cercato di disinnescare le dicerie persistenti sul suo coinvolgimento in attività illegali o losche connessioni.

L’intervento di Giancarlo Pittelli nel Maxi Processo Rinascita Scott ha fornito un’opportunità per difendere la sua reputazione e respingere le accuse che lo hanno afflitto. Nonostante le sfide che ha affrontato, Pittelli ha cercato di gettare luce sulla sua integrità personale e professionale, gettando dubbio sulle insinuazioni che hanno circolato intorno alla sua figura.

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