L’EDITORIALE | Strage di Nassiriya, vent’anni dopo

Nassiriya (immagine simbolo)
Nassiriya (immagine simbolo)

L’infausto giorno che ha segnato la storia italiana in Iraq

Vent’anni fa, il 12 novembre 2003, Nassiriya, città irachena, entrò dolorosamente nella storia italiana come il teatro di uno degli eventi più tragici e sconvolgenti che l’Italia abbia vissuto nell’ambito del suo coinvolgimento nella guerra in Iraq. La strage, avvenuta nella base Maestrale, presidiata da coraggiosi uomini dell’esercito e carabinieri italiani, segnò il punto più oscuro nella partecipazione del nostro Paese a una missione che avrebbe dovuto portare ordine e speranza in una terra tormentata.

Ventotto vite furono spezzate in un attimo, di cui 19 italiane e 9 irachene, facendo di quest’attentato il più grave subito dall’esercito italiano dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Oggi, a distanza di due decenni, Calabria Magnifica si unisce al ricordo di quei coraggiosi uomini, eroi che hanno sacrificato le proprie vite nel nome del dovere e dell’impegno per la pace.

L’attacco: un racconto inesorabile

Era il 12 novembre 2003, le 10:40 locali, quando un camion cisterna blu, carico di tritolo e guidato da due attentatori, sfondò l’entrata della base Maestrale. Il carabiniere Andrea Filippa, con coraggio impareggiabile, abbatté uno dei terroristi, ma il mezzo proseguì la sua folle corsa verso l’ingresso, colpendo il deposito munizioni e provocando un’esplosione di una potenza devastante.

Le conseguenze furono spaventose: 28 militari persero la vita, segnando irrimediabilmente il destino di Nassiriya e dell’Italia. L’esplosione coinvolse anche il deposito di munizioni, provocando un effetto domino che fece saltare in aria gran parte della base. Una pioggia di detriti si sparse in ogni direzione, e le scene apocalittiche descritte dai testimoni rimarranno indelebili nella memoria collettiva.

Il contesto dell’operazione “Antica Babilonia”

L’attentato avvenne nel contesto dell’operazione “Antica Babilonia”, iniziata il 15 luglio 2003, in cui l’Italia inviò 3.000 militari, tra cui 400 membri dell’Arma dei Carabinieri, per contribuire al mantenimento dell’ordine, all’addestramento delle forze di polizia locali e all’aiuto umanitario alla popolazione irachena. Nonostante la relativa tranquillità iniziale della regione di Nassiriya rispetto ad altre aree dell’Iraq, gli eventi successivi dimostrarono la pericolosità del contesto.

Vent’anni dopo: onorare la memoria

Oggi, a vent’anni dalla strage di Nassiriya, Calabria Magnifica si unisce alle famiglie delle vittime nel chiedere la concessione delle medaglie d’oro al valor militare, un segno tangibile di riconoscimento per l’eroismo di coloro che hanno dato la vita per la nostra nazione. È un dovere non solo ricordare, ma anche onorare questi uomini e donne che, nella luce di Nassiriya, hanno mostrato un coraggio straordinario e un impegno indomito per la pace.

In questo anniversario doloroso, riflettiamo sulla lezione che Nassiriya ci ha lasciato: l’importanza di perseguire la pace con intelligenza e determinazione, senza dimenticare mai il costo umano di ogni conflitto. Che questa commemorazione serva come monito per impegnarci costantemente nella costruzione di un mondo più sicuro e armonioso.

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