Guida Identità Golose 2023: presenti alcune nuove eccellenze gastronomiche calabresi

Identità Golose Guida 2023 (fonte. pagina ufficiale Facebook)

Dalla giornata di ieri è online e totalmente gratuita la nuova Guida Identità Golose 2023 che è ormai arrivata alla XVI edizione.

Le schede di quest’anno sono state in aumento: in totale di 1.196 con più 150 rispetto a un anno fa. 244 le insegne nuove, 105 le pizzerie al taglio e no, 35 i cocktail bar. Una nuova era riguarda le gelaterie per un totale di 12. In tutto sono stati 43 i paesi recensiti nel mondo.

Una guida per il volto gastronomico della Calabria

Anche la Calabria è presente tra le eccellenze premiate nella guida, ritrovando confermate alcune delle certezze del territorio.

Nel sito della guida, infatti sono presenti i nomi di: Bob Alchimia a Spicchi, Brezza, Campana e Cōre.

Roberto Davanzo insieme a Anna Rotella, di Bob Alchimia a Spicchi, Montepaone Lido (Catanzaro), ricevono il premio come Migliore Impresa Pizza.

Schede della Guida Identità Golose 2023

– Bob – Alchimia a Spicchi – Montepaone (Catanzaro)

Fino a qualche anno fa il paesino calabro di Montepaone non avrebbe detto molto a chi batte imperterrito le rotte del gusto. Fino a quando, quella che era una piccola pizzeria d’asporto cresce, cresce, cresce ed esplode il fenomeno Bob Alchimia a Spicchi, ormai Mecca per gli amanti della pizza, al punto che si sgomita e si veglia per guadagnarsi una prenotazione e noi vi incoraggiamo convinti: ogni grammo di attesa, ne varrà la pena.

Il merito è tutto di Roberto Davanzo, il pizzaiolo dai mille e un impasto e della sua compagna Anna Rotella, regista di una sala di rara piacevolezza, trattandosi – lo ricordiamo – di una pizzeria; caos al bando, regna sovrana l’armonia che assicura un godimento amplificato degli assaggi. Ma perché tutto questo rumore per una pizza?

Focaccia, pizza in caduta, pizza croccante, brioche, pizza alla romana, coni di pizza, pizza napoletana, sono solo alcuni degli assi di Bob che evolve di stagione in stagione; poi, magia di impasti, multi-cereali, all’anice, al caffè, alla nocciola e, ultimo, ma non per ordine di importanza, la combinazione di ingredienti sulla loro superficie, fiere farce che stillano Calabria. Non accostamenti fatti e finiti, ma esuberante bontà, studio ravvicinato della materia cucita su misura delle masse lievitate, al punto che i bocconi esprimono un’intensità e una profondità tali da potersi considerare a tutti gli effetti, un piatto. Nella nostra memoria permangono Pomodoro grigio di marinara, il Cono di lepre, ricotta affumicata e crema di basilico e, tra le dolci, Ricotta e bergamotta o la soffice Focaccia alla nocciola.

– Brezza – Soverato (Catanzaro)

Il golfo di Squillace fu al centro di una stagione di vivacissimo turismo negli anni Ottanta del secolo scorso. Questo tratto di costa straordinaria, fra le straordinarie coste di Calabria, visse un periodo non programmato, e quindi fugace, di particolare notorietà. Il Golfo divenne anche tappa del circuito mondiale dei tuffi da scogliera, quello nato ad Acapulco e che aveva a Copanello una delle prove più affascinanti e seguite. Poi il silenzio, l’abbandono, il disarmo delle poche infrastrutture nel frattempo realizzate. Il governo dei territori mancò, la rapina dei territori si fece strada, nella più lunga e celebrata tradizione di queste latitudini.

L’apertura di Brezza, sul lungomare di Soverato, da parte della famiglia Abbruzzino è quindi evento in sé da celebrare. Il locale immaginato e realizzato da Luca Abbruzzino è semplicemente contemporaneo, già format registrato e pronto per approdare su riviere più famose e frequentate. Il bancone bar all’ingresso con gli omini bravi assai a miscelare, la cucina a vista con tutta la tecnologia che serve, la sala ampia, comoda per una settantina di persone, il dehor che in stagione fa anche una decina di turni dal pranzo fino alla mezzanotte.

Dentro tutta la maestria e il talento del ragazzo nell’accarezzare la materia prima. I piatti da fast food sono una scusa per proporre un mare tanto fresco e veloce nel consumo, quanto ricco ed intenso al palato. Ogni preparazione, nascosta nell’abito dello spuntino veloce, è un piccolo gioioso morso di una cucina d’autore in gran spolvero. Una brezza di mare vera.

– Campana, Corigliano Calabro (Cosenza)

Daniele Campana, patron del Campana “Pizza in Teglia” di Corigliano Calabro (Cosenza), è bravissimo, ha una eccellente capacità nella valorizzazione del sapore, nel trovarvi equilibri perfetti; è anche un ottimo lievitista.

Lui è coriglianese classe 1977 e figlio d’arte, anzi suo padre Franco era proprio chef, in giro per il mondo. Poi la decisione di tornare in paese, l’apertura di gastronomia-pizzeria che preparava quantità industriali di piatti, fritti e soprattutto pizze, tantissime, fino a 150 teglie al giorno. Già papà Franco era attento alla qualità dei prodotti; ma quando Daniele gli subentrò, nel 2007, volle cambiare tutto: «Il mio imperativo fu: togliere. Limitai la proposta e mi specializzai nella pizza». Oggi Campana è tornato a fare numeri, ma con risultati d’eccellenza. Gli impasti sono croccanti fuori, morbidi dentro, leggeri, godibilissimi. I topping sono ambiziosi, ottimamente pensati. Il patron è rigoroso: solo ingredienti locali e stagionali, che seleziona da piccoli produttori.

Propone tutto questo anche in uno specifico percorso. Consente di godere appieno del tocco di Campana. La Fichi, ricotta dura, ‘nduja e vincotto di fichi è memorabile. Ma rimarchevoli son quasi tutti i bocconi, in primis l’Alici dello Ionio in guazzetto di pomodoro, olio all’aglio; il Patate di Schiavonea, guanciale di suino nero, stracciatella, zest di limone… E, tra le pizze dolci, buonissima la Crema di pera, gorgonzola e caciocavallo.

– Cōre – Castrovillari (Cosenza)

Quella di Celestino Mauro è una cucina elegante e timida. Una cucina di Calabria sicuramente, innervata di tradizione, che gira senza esitazioni o sbavature sulle materie prime che sono a portata di piede o di breve viaggio e che caratterizzano tipicamente tutta la gastronomia calabrese, tanto storica quanto contemporanea. Una cucina di identità quindi, di luoghi e di usi, che Celestino riarrangia con accordi personali che regalano ai suoi piatti uno swing leggero inusitato a queste latitudini.

La cucina di Celestino Mauro dicevamo è… timida: nei bocconi che si susseguono alla sua tavola si avverte una voglia tenuta a bada, una verve imbrigliata dalla prudenza, necessaria per un territorio e un pubblico non aduso a cogliere “provocazioni” fuori registro, una verve potente che vorrebbe ancor di più di quello che oggi assai bene declina. Una voglia che, si avverte, se libera di esprimersi regalerebbe ancor più ritmo ad un’esperienza palatale già oggi assolutamente apprezzabile. Le Alici salicornia e zucca, il Gambero di Schiavonea clementina alghe e burro acido, il Riso Carnaroli di Sibari con estratto di erbe di campo, olive nere e palamita affumicato, il Baccalà pochê con salsa pil pil, hummus di ceci e croccante alle alghe, è uno dei sentieri gastronomici nella cucina di Core che vi consigliamo di seguire.

La sala e la cantina sono affidate all’altra metà del CōreMelia Rubini; tatto, calore, attenzione assieme come raramente capita. La cantina è giovane come la tavola, ed altrettanto ben fatta ed in evoluzione. I dolci, non dimenticate i dolci.

Guida Identità Golose 2023