Il Registro Tumori in Calabria: una lunga attesa per una necessità essenziale

Chirurgia, registro tumori, nefrectomia, laparoscopia
Chirurgia, registro tumori, nefrectomia, laparoscopia

Il Registro Tumori in Calabria è stato più volte annunciato come un progetto in arrivo, ma finora è rimasto una sorta di meteora nel panorama sanitario della regione. Tuttavia, negli ultimi tempi, sembra esserci un tentativo di colmare il divario con le altre regioni italiane, dando speranza alla popolazione calabrese.

Una lunga attesa

Tutto ebbe inizio l’8 febbraio 2016 quando il Consiglio regionale della Calabria approvò a maggioranza l’istituzione del Registro Tumori della popolazione calabrese. Sono trascorsi più di sette anni da quella data, e ancora oggi l’organizzazione del registro sembra stentare a decollare.

Dopo l’adozione di tale provvedimento nel 2016, la Regione Calabria ha tentato di mettere in piedi la Rete Oncologica nel 2020, grazie al Decreto Calabrese n. 100/2020. Solo di recente, il 23 marzo 2023, questo progetto ha iniziato a compiere i primi passi. Un cammino farraginoso, senza dubbio, per uno strumento tanto essenziale per la salute pubblica.

La missione dei Registri Tumori

I Registri Tumori di popolazione sono strutture dedicate alla raccolta di informazioni su tutti i casi di tumore che si verificano tra le persone residenti in una determinata ripartizione amministrativa, che può essere un comune, una provincia, un territorio di una Asp, una regione o una nazione. Questi registri attingono a diverse fonti informative, tra cui le schede di dimissione ospedaliera, i laboratori di anatomia patologica, l’assistenza ambulatoriale, le prescrizioni farmaceutiche, nonché dati anagrafici e di mortalità.

Oltre al monitoraggio e alla sorveglianza delle patologie oncologiche, i dati raccolti dai registri tumori forniscono informazioni preziose per la pianificazione sanitaria, la valutazione dell’efficacia delle misure di prevenzione e l’analisi dell’accesso, della qualità e dell’appropriatezza delle cure. Questo screening è ampiamente diffuso in Italia, coinvolgendo il 70% della popolazione del paese, ma la Regione Calabria sembra essere un’eccezione in questo ambito.

Il cammino verso il recupero

Il dottor Gianfranco Filippelli, direttore dell’unità operativa complessa di Oncologia dell’Ospedale di Paola e coordinatore della rete oncologica della Regione, è ottimista riguardo ai progressi compiuti: “Ci sono delle eccellenze, ma vanno organizzate meglio. Dobbiamo implementare le attività, le risorse strutturali e il personale, senza dimenticare la carenza di medici specialisti che affligge il sistema regionale”, ha spiegato.

Filippelli ha aggiunto che il primo passo della rete sarà quello di prendere in carico i pazienti oncologici, evitando loro la confusione di richieste di esami e impegnative in cui spesso si trovano coinvolti. Si prevede di creare delle macro-aree, suddividendo la regione in zone nord, centro e sud, e di istituire delle sub-commissioni coinvolgendo la maggior parte dei professionisti calabresi, a partire da quelli già presenti nella regione. Un passo importante verso la realizzazione di un Registro Tumori efficace e funzionale che possa migliorare la salute e la qualità di vita dei cittadini calabresi.