Capriolo dell’Orsomarso: una specie autoctona unica nei monti italiani

Capriolo dell'Orsomarso
Capriolo dell'Orsomarso

Conservazione del Capriolo dell’Orsomarso: salvaguardia di una sottospecie unica

Questa specie di cervide è classificata come una sottospecie autoctona che popola i maestosi monti dell’Orsomarso, una regione caratterizzata dalla sua natura selvaggia e dalla minima presenza umana. Grazie a queste condizioni ambientali particolarmente favorevoli, il Capriolo dell’Orsomarso è riuscito a sopravvivere e prosperare in quest’area, dimostrando un legame profondo con il territorio montuoso.

Negli anni ’70, numerosi avvistamenti di Capriolo del Pollino furono registrati nella parte sud-occidentale del Parco Nazionale del Pollino, all’interno dell’area montagnosa dell’Orsomarso. In seguito, la specie sembrò scomparire e si temeva la sua estinzione. Fortunatamente, verso la fine degli anni ’80, la situazione cambiò con un nuovo avvistamento, dimostrando la resilienza e l’adattabilità di questa specie unica.

Attualmente, grazie agli sforzi di conservazione e alla protezione del suo habitat naturale, è diventato più comune avvistare esemplari del Capriolo dell’Orsomarso durante le escursioni nell’area. Ciò rappresenta una notevole vittoria per la conservazione della biodiversità e la preservazione di una specie di rilevanza scientifica.

Il Capriolo dell’Orsomarso si caratterizza per le sue dimensioni moderate, essendo alto al garrese tra i 70 e gli 80 cm. I maschi tendono a essere leggermente più grandi, pesando tra i 25 e i 30 kg, mentre le femmine sono generalmente più leggere, con un peso compreso tra i 20 e i 25 kg. Questi cervidi presentano un aspetto elegante e slanciato, adattato perfettamente all’ambiente montano in cui vivono.

In conclusione, il Capriolo dell’Orsomarso è una preziosa e affascinante sottospecie autoctona, che trova il suo habitat ideale nei monti dell’Orsomarso e rappresenta un importante tesoro della fauna italiana. Grazie agli sforzi congiunti di conservazione e tutela dell’ambiente naturale, possiamo sperare che questa specie continui a prosperare e ad arricchire la diversità biologica del nostro paese.

LEGGI ANCHE: La volpe rossa della Calabria: un tesoro di astuzia e tradizioni