Tartarughe smarrite in città: l’effetto devastante dell’illuminazione artificiale

Tartarughe marine salvate
Tartarughe marine salvate

Il futuro delle tartarughe marine: proteggere i nidi dall’inquinamento

Due piccoli di tartaruga marina, appartenenti alla specie Caretta caretta, sono stati trovati smarriti sul Lungomare di Santa Maria del Cedro, provincia di Cosenza (CS), causando preoccupazione tra gli ambientalisti. L’inquinamento luminoso, tra le principali minacce per le tartarughe marine, sembra aver giocato un ruolo chiave nella disorientazione dei piccoli appena nati.

L’avvistamento di questi due esemplari è avvenuto grazie alla pronta segnalazione di un turista attento, il signor Aniello Coppola, che li ha recuperati dal marciapiede, mettendoli in salvo e sottraendoli al pericolo di essere calpestati dalla folla. Tuttavia, il destino degli altri componenti della nidiata rimane sconosciuto.

L’inquinamento luminoso rappresenta una grave minaccia per le tartarughe marine in fase di schiusa. Le piccole tartarughine, appena uscite dalle uova, sono naturalmente attratte dalle fonti luminose predominanti, seguendo la luce della luna per raggiungere il mare. L’illuminazione artificiale delle spiagge, compresi locali, abitazioni, lungomare e lidi, confonde i piccoli, spingendoli nella direzione opposta al mare, mettendo a repentaglio la loro sopravvivenza.

La situazione è particolarmente preoccupante alla luce del previsto boom di nidificazioni di Caretta caretta, con oltre 300 nidi stimati in tutta Italia e circa 90 solamente in Calabria. Questo incremento è attribuito al riscaldamento climatico, che sta spostando l’areale delle tartarughe marine sempre più verso il Mediterraneo Occidentale.

Per affrontare questa minaccia e proteggere le tartarughe marine e i loro nidi, è stato lanciato il progetto europeo Life Turtlenest, finanziato dal programma LIFE dell’Unione Europea e coordinato da Legambiente. Questo ambizioso progetto si prefigge di preservare i nidi delle tartarughe marine nell’intero bacino del Mediterraneo Occidentale, includendo Italia, Spagna e Francia.

Stefano di Marco, Project Manager di Life Turtlenest, ha spiegato che il progetto prevede interventi pilota per ridurre l’inquinamento luminoso nei Comuni costieri, attraverso l’installazione di luci “amiche delle tartarughe” e il miglioramento delle procedure di manutenzione delle spiagge in collaborazione con le Amministrazioni locali.

Oltre all’impegno delle istituzioni e dei progetti di conservazione, ciascuno di noi può contribuire a proteggere le tartarughe marine adottando semplici accorgimenti. Se si avvista una tartaruga marina che depone le uova, è fondamentale non disturbarla o utilizzare luci artificiali, in quanto potrebbe essere spaventata e abbandonare il processo di nidificazione. Inoltre, se si incontrano piccoli appena nati, è opportuno inumidirli con acqua e metterli in un contenitore vuoto e in un luogo ombreggiato e tranquillo fino all’arrivo di esperti. In caso di schiusa notturna, evitare l’uso di luci artificiali o flash per non disorientare i piccoli.

Life Turtlenest è un progetto collaborativo che coinvolge diverse istituzioni e regioni italiane e straniere. Oltre a Legambiente, partecipano alla sua realizzazione la Stazione Zoologica Anton Dhorn, Ispra, Università La Sapienza di Roma, Università di Barcellona, BETA Technological Centre (UVic-UCC), ENCI, Cest Med, Regione Basilicata, Regione Campania, Regione Puglia e le Agenzie per la protezione ambientale della Toscana. Il progetto si estende anche in regioni spagnole e francesi che affacciano sul mar Mediterraneo.

Solo con uno sforzo collettivo e consapevole si potranno proteggere le tartarughe marine e garantire un futuro sicuro per questa preziosa specie.

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