Sanità Catanzaro sotto indagine: medico e infermieri coinvolti in Peculato e Autoriciclaggio

Azienda Dulbecco, Ospedale Pugliese-Ciaccio
Azienda Dulbecco, Ospedale Pugliese-Ciaccio

Operazione “Sanità Sicura” a Catanzaro: indagini su associazione per delinquere e peculato nel settore sanitario

CATANZARO, 27 FEB 2024 – Nella mattinata odierna, un’operazione congiunta tra il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro e il Nucleo Antisofisticazioni e Sanità dei Carabinieri ha portato all’esecuzione di un’ordinanza emessa dal Giudice per l’Udienza Preliminare del Tribunale di Catanzaro. L’ordinanza ha disposto l’applicazione di misure interdittive per dodici mesi nei confronti di quattro individui, tutti coinvolti in presunti reati di associazione per delinquere finalizzata al peculato e alla truffa ai danni dello Stato, nonché di autoriciclaggio.

Il provvedimento prevede la sospensione dal pubblico ufficio/servizio per tre soggetti, di cui un dirigente medico e due infermieri, tutti dipendenti dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Renato Dulbecco“. Per un imprenditore cosentino operante nel settore medicale, è stata disposta la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l’attività imprenditoriale. Contestualmente, è stato eseguito il sequestro preventivo di due immobili appartenenti a uno degli indagati.

Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria/Gruppo Tutela Spesa Pubblica della Guardia di Finanza e dal NAS dei Carabinieri di Catanzaro, sono il frutto di un’approfondita attività investigativa, che ha coinvolto intercettazioni e perquisizioni. In particolare, gli inquirenti hanno individuato gravi indizi riguardo a un’associazione per delinquere e a episodi di peculato di dispositivi medici e farmaci. Tali reati sarebbero stati perpetrati da un sanitario e due infermieri in servizio presso l’Unità Operativa “Oculistica” dell’Azienda Ospedaliera Universitaria “Renato Dulbecco“, in collaborazione con un imprenditore del settore medicale.

La gravità indiziaria si basa sulla presunta omissione del medico nel versare parte dei compensi alla struttura ospedaliera, derivanti da attività professionale in regime di intramoenia allargata. Inoltre, con la complicità dei due infermieri, il medico avrebbe eseguito interventi chirurgici privatamente, senza specifica autorizzazione sanitaria, utilizzando materiale sanitario sottratto all’ospedale. Tale materiale veniva poi autoriciclato, e il medico si sarebbe avvalso di false fatture emesse dall’imprenditore per giustificare la disponibilità di dispositivi e materiale sanitario sottratti.

Attualmente, il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari. La Procura della Repubblica di Catanzaro ha espresso la sua soddisfazione per il successo dell’operazione, sottolineando l’importanza di tutelare la legalità nel settore sanitario e assicurare la giusta gestione delle risorse pubbliche.

LEGGI ANCHE: Sanità in caduta libera nel Sud