La Storia di Giovanni Tegano, una figura di rilievo nella ‘Ndrangheta

Giovanni Tegano
Giovanni Tegano

Nelle nostre recenti cronache giornalistiche, abbiamo esaminato il complesso intreccio tra le cosche dei Libri e De Stefano, legate in modo inestricabile alla potente cosca Tegano. Il nostro obiettivo è mettere in luce l’impatto dell’operazione di oggi denominata “Atto Quarto” guidata da Giovanni Bombardieri e dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria. Quando si discute della ‘Ndrangheta nella provincia di Reggio Calabria, un nome emerge come fulcro di questa narrazione: Giovanni Tegano.

La sua scomparsa nel 2021

Giovanni Tegano, originario di Reggio Calabria, nato l’8 novembre 1939 e scomparso il 7 luglio 2021 a Milano, è stato una figura di spicco all’interno della cosca De Stefano-Tegano. Ricopriva la carica di capo della cosca omonima e deteneva il ruolo di capo-locale ad Archi.

La sua influenza si estendeva profondamente all’interno dell’organizzazione criminale, coinvolgendo anche i suoi fratelli Pasquale e Giuseppe, membri attivi della ‘ndrina originaria del quartiere Archi a Reggio Calabria.

Ascesa e ruolo nella gerarchia della ‘Ndrangheta

Giovanni Tegano ha conseguito il vertice dell’organizzazione criminale ‘ndranghetista a Reggio Calabria, diventando il capo-locale di Archi fino al suo arresto avvenuto nel 2010. In seguito al suo arresto, suo nipote, che era anche il cognato di Orazio De Stefano, ha assunto il suo ruolo di capo-locale.

Condanna e fuga dalla giustizia

La sua carriera criminale è stata segnata da una condanna all’ergastolo per omicidio e associazione a delinquere di stampo mafioso. Tegano è diventato latitante nel 1993, guadagnandosi un posto nell’elenco dei 30 latitanti più pericolosi d’Italia a causa delle sue attività criminali. Nel 2004, suo fratello Pasquale Tegano, anche lui ricercato dal 1994, è stato arrestato il 6 agosto.

L’arresto e l’episodio curioso alla Questura

La sua latitanza è terminata il 26 aprile 2010 quando è stato arrestato a Reggio Calabria, in località Perretti, insieme ad altre cinque persone. Durante il suo arresto, si è verificato un episodio singolare: davanti alla Questura di Reggio Calabria, una donna ha gridato: “Tegano è un uomo di pace.” Nel 2011, un informatore, Nino Lo Giudice, ha svelato il significato di questa frase, affermando che durante il suo periodo di latitanza, Tegano aveva collaborato con Pasquale Condello per inviare messaggi alle carceri, cercando di evitare conflitti all’interno delle ‘ndrine e di reclutare membri che potessero garantire la pace. Questo, secondo Lo Giudice, aveva lo scopo di consentire alla ‘Ndrangheta di operare indisturbata, lontano dall’attenzione del pubblico e delle autorità investigative. Pochi giorni dopo l’arresto, giovani reggini e molti cittadini hanno esposto uno striscione davanti alla Questura di Reggio Calabria con la scritta: “i veri uomini di pace siete voi,” in segno di riconoscimento verso le forze dell’ordine.

Morte e coinvolgimento nell’omicidio Scopelliti

Nel 2019, il procuratore Giuseppe Lombardo ha riaperto l’inchiesta sull’omicidio di Antonino Scopelliti, e Giovanni Tegano è risultato tra gli indagati insieme ad altre figure di spicco nella criminalità organizzata calabrese. Questo episodio conferma come il nome di Giovanni Tegano abbia continuato a gettare un’ombra sinistra anche dopo la sua morte.

Giovanni Tegano: il peso dell’eredità criminale

In definitiva, la storia di Giovanni Tegano, l’uomo dietro la cosca De Stefano-Tegano, continua ad essere un capitolo significativo nella lotta contro la ‘Ndrangheta in Calabria. La sua ascesa al potere, la sua latitanza durata quasi 17 anni, e il suo coinvolgimento in crimini e complotti intricati, fanno di lui un simbolo della sfida costante che le autorità italiane affrontano nel cercare di sradicare questa pericolosa organizzazione criminale.

La sua morte, avvenuta in carcere nel 2021, rappresenta una svolta, ma la sua ombra persiste attraverso le indagini in corso, come quella sull’omicidio di Antonino Scopelliti. Questi eventi ci ricordano che il combattimento contro la ‘Ndrangheta è tutt’altro che concluso.

L’operazione ‘Atto Quarto’ odierna ha dimostrato che la DDA di Reggio Calabria e le forze dell’ordine sono determinate a smantellare le cosche criminali e a portare i responsabili di gravi crimini davanti alla giustizia. Questa rappresenta una battaglia continua, e il lavoro di contrasto alla ‘Ndrangheta richiederà impegno e determinazione a lungo termine.

Giovanni Tegano rimarrà un nome noto nella storia della criminalità organizzata in Italia, ma le sue azioni e le implicazioni dei suoi atti restano un ammonimento costante contro la presenza della ‘Ndrangheta e la necessità di continuare a combatterla con fermezza.