Concessione degli arresti domiciliari al medico di Matteo Messina Denaro

Alfonso Tumbarello - foto Ansa
Alfonso Tumbarello - foto Ansa

Il medico di Mazara, Alfonso Tumbarello, torna a casa

Alfonso Tumbarello, il medico di Campobello di Mazara (Trapani) accusato di aver svolto un ruolo significativo nella latitanza di Matteo Messina Denaro, sarà posto agli arresti domiciliari a causa della sua età. Questa decisione è stata presa da Alfredo Montalto, giudice del tribunale di Palermo, accogliendo l’istanza presentata dai legali Gioacchino Sbacchi e Giuseppe Pantaleo. La ragione principale per questa scelta è l’età avanzata di Tumbarello, che supera i 70 anni. Il giudice ha ritenuto che una misura meno severa rispetto alla detenzione in carcere fosse appropriata nel suo caso.

Il medico è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e procurata inosservanza di pena. Si ritiene che il suo ruolo sia stato determinante per la continuazione della latitanza di Messina Denaro, considerando la malattia del boss. Tumbarello avrebbe gestito le prescrizioni mediche per il trattamento del cancro, utilizzando il nome di un prestanome, il geometra Andrea Bonafede, nato nel 1963 e omonimo di un cugino coinvolto nella vicenda nato nel 1968. Secondo gli inquirenti, Tumbarello avrebbe anche visitato personalmente Messina Denaro, sapendo bene che il suo assistito era il boss di Castelvetrano.

“Nelle cure fornite personalmente da Tumbarello, sono state garantite a Messina Denaro non solo le necessarie prestazioni sanitarie per le gravi patologie che affliggeva, ma soprattutto, per quanto qui rileva, la riservatezza sulla sua vera identità, consentendogli di sfuggire alle ricerche, rimanere a Campobello di Mazara e gestire l’associazione mafiosa”, ha scritto il giudice Montalto nell’ordinanza di arresto emessa il 7 febbraio. Secondo il giudice, è stato provato in modo “incontrovertibile che Tumbarello ha visitato più volte Messina Denaro ed è diventato il suo interlocutore stabile nel lungo e complesso percorso terapeutico del suo assistito”, prescrivendogli “esami diagnostici estremamente delicati e costosi” per un periodo di due anni.

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