Rai 3 a Palmi: il caso Musco in prima linea su ‘un giorno in Pretura’

'un giorno in Pretura', rai 3
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‘Un giorno in Pretura’ su Rai 3: il verdetto finale del processo Musco, assoluzione definitiva per Berdj Domenico Musco, giovane erede di una nobile famiglia baronale calabrese

Il processo che ha tenuto col fiato sospeso la comunità di Palmi e al centro del dibattimento della trasmissione “Un Giorno in Pretura” su Rai 3 è finalmente giunto a una conclusione definitiva. Il 11 novembre, la Corte d’Assise di Palmi ha emesso un verdetto che ha sciolto il nodo legato all’accusa di omicidio nei confronti del barone Berdj Domenico Musco per la morte dello zio Livio.

L’accusa aveva gettato un’ombra sulla figura del giovane erede di una nobile famiglia baronale calabrese, discendente del celebre filosofo Gaetano Filangieri. Dopo un processo che ha coinvolto la partecipazione di figure chiave come l’avv. Antonino Napoli, difensore di Musco, e la presidenza della Corte d’Assise affidata al Dott. Francesco Petrone, la sentenza ha dichiarato l’assoluzione definitiva di Berdj Domenico Musco.

Il processo ha messo in luce tensioni interne alla famiglia Musco, con la figlia della vittima, Elena Musco, e la sorella del defunto, Maria Ida Musco, contrapposte a Berdj Domenico Musco. Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Palmi, si sono articolate in diverse direzioni, esplorando piste legate a presunte relazioni passionale, contrasti familiari e un presunto debito non restituito al sig. Teodoro Mazzaferro.

La figura del barone Livio Musco, figlio del Generale di Corpo d’Armata Ettore Musco, aveva un’importanza storica nella vita italiana, essendo stato decorato della Croce di Cavaliere dell’Ordine Militare d’Italia e della Legion of Merit dagli Stati Uniti d’America. La morte di Livio Musco ha dato il via a un’indagine complessa, con diverse ipotesi scartate nel corso del processo.

Tra le vicende più misteriose, la mancanza dell’arma del delitto, una pistola cal. 7,65, mai rinvenuta nonostante ricerche approfondite. L’assenza di un movente chiaro e le complesse dinamiche familiari hanno reso il caso un vero e proprio enigma.

Durante il dibattimento, il consulente della difesa, Dott. Felice Nunziata, ha smontato l’accusa, sottolineando la scarsa consistenza delle prove a carico di Berdj Domenico Musco. L’esame stub, pur inizialmente incriminante, è stato ridimensionato, indicando una possibile contaminazione dell’imputato da particelle in sospensione generate durante il soccorso alla vittima.

La Corte d’Assise, dopo un’istruttoria complessa che ha coinvolto oltre trenta testimoni, ha accolto le argomentazioni della difesa, rappresentata dall’avv. Antonino Napoli. La sentenza di assoluzione definitiva ha finalmente restituito a Berdj la dignità offuscata per troppo tempo da un’accusa grave e infamante.

Il verdetto ha chiuso un capitolo doloroso nella storia della famiglia, portando sollievo a tutti gli interessati e sollevando il velo di mistero che aveva avvolto questo intricato caso giudiziario.