Sondrio: orrore a sfondo razziale

Ospedale, bambini
Ospedale, bambini

“Tanto ne sfornano uno all’anno”, “Le urla faranno parte di qualche rito tribale”, “Zittite quella scimmia!”

Queste sono state solo alcune delle parole usate da una quindicina di persone in sala d’attesa nell’Ospedale di Sondrio, dove una ragazza nigeriana di soli 22 anni ha subito la perdita più grande che si possa subire nella vita, quella della sua bambina di soli 5 mesi.

La piccola sarebbe probabilmente deceduta per cause naturali. La mamma, giustamente, alla notizia tragica del medico ha reagito dando sfogo a tutta la sua disperazione. A quanto pare, però, gli altri pazienti non hanno gradito. Non hanno compreso, ma solo insultato e sminuito la vicenda, non considerando il dolore della povera giovane donna.

La vicenda ha causato uno sgomento a livello nazionale. “Quelle parole intrise di odio razziale, di cinismo, di totale mancanza di empatia, ci descrivono un’umanità smarrita. Mi chiedo: se quelle urla disperate fossero state di una donna italiana, la reazione sarebbe stata la stessa? Non ci si vergogna più di essere razzisti. Anzi, lo si vuole esternare. Lo si vuole far sapere. Ci si vanta. Questo fa paura. Questo è il male del nostro tempo che dobbiamo combattere con tutta la nostra forza e determinazione. Non ci voltiamo dall’altra parte. Ribelliamoci a tanto cinismo. Restiamo umani!” ha scritto su Facebook Anna Ascani, Viceministra dell’Istruzione.

La notizia sta facendo il giro dei social e delle varie testate giornalistiche causando sgomento a livello nazionale.

Sono intervenuti la Presidente di Fratelli D’Italia, Giorgia Meloni, che ha scritto su Facebook “Da madre non posso che provare profondo disprezzo per chi è così infame da insultare una donna straziata dal dolore più atroce che un essere umano possa provare. Non ho parole, che schifo”.

Ne ha parlato anche il M5S “E’ un momento di grande tristezza – dice Raffaele Erba, consigliere M5S -. Questo clima inumano e razzista va stigmatizzato con tutte le forze. Vorremmo metterci a disposizione della famiglia e chiedere di contattarci per offrire un contributo per le spese funerarie a testimonianza che il nostro è e sarà un Paese civile e solidale. Inoltre chiediamo che Regione Lombardia decida finalmente di investire in politiche di inclusione, formazione a partire dalle scuole e campagne di sensibilizzazione che abbiano effetti concreti”.