Paolo Borsellino: Giorgia Meloni illustra le ragioni della sua assenza alla fiaccolata

Giorgia Meloni, premier
Giorgia Meloni, premier

Giorgia Meloni, la sua assenza alla fiaccolata in onore di Paolo Borsellino e la sua lotta contro la criminalità organizzata

Nell’anniversario della strage di via D’Amelio, un evento tragico che ha segnato profondamente la storia italiana, la premier Giorgia Meloni ha deciso di non partecipare alla fiaccolata in onore di Paolo Borsellino e dei membri della sua scorta. Tale scelta ha suscitato diverse reazioni, ma Meloni ha voluto spiegare le ragioni dietro la sua assenza in una lettera inviata al Corriere della Sera.

Meloni inizia prendendo le distanze da coloro che hanno tentato di strumentalizzare la sua decisione, definendo “stucchevole” il tentativo di attribuire una presunta crisi con il mito di Borsellino come motivo della sua assenza. La premier chiarisce che la ragione principale del suo mancato intervento è di natura legata all’ordine pubblico, sottolineando che la sicurezza delle persone è una priorità fondamentale.

La lettera di Meloni al Corriere della Sera prosegue, ricordando il suo rifiuto verso la mafia sin da quando era ragazza, quando venne colpita dalle immagini della strage di via D’Amelio. Quel rifiuto, afferma, l’ha spinta ad arrivare dove è oggi, dalla militanza in un movimento giovanile fino alla carica di presidente del Consiglio dei ministri. La premier si dice profondamente orgogliosa del fatto che il governo da lei presieduto abbia affrontato con determinazione e coraggio il cancro della mafia fin dal suo primo giorno di mandato.

Meloni sottolinea i risultati ottenuti dal suo governo nella lotta alla criminalità organizzata. Rivendica la decisione di applicare il regime di 41 bis per i boss mafiosi, citando il caso di Matteo Messina Denaro come esempio concreto di questa politica di rigore. Inoltre, fa riferimento alle nuove assunzioni nelle forze dell’ordine, evidenziando l’impegno del suo governo nel potenziare le risorse dedicate alla sicurezza del Paese.

La premier annuncia anche l’intenzione di introdurre un nuovo provvedimento che definisca in modo chiaro e inequivocabile cosa debba essere considerato come “reato di criminalità organizzata”. Tale iniziativa mira a evitare che gravi reati rimangano impuniti a causa di interpretazioni ambigue o di recenti sentenze della Corte di Cassazione.

Concludendo la sua lettera, Meloni afferma che la lotta alla mafia è parte integrante dell’identità italiana, una questione morale che guida l’azione quotidiana del suo governo. Rende omaggio a Paolo Borsellino e a tutti coloro che hanno sacrificato la vita per la giustizia, riconoscendo il loro contributo nel preservare l’onore dell’Italia.

In un momento in cui la criminalità organizzata continua a rappresentare una sfida per il Paese, Giorgia Meloni si presenta come una figura politica determinata a combattere questo fenomeno. Le sue parole e i suoi propositi mostrano un impegno concreto per rafforzare la sicurezza e per garantire che la giustizia prevalga sulle forze del crimine.

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