Giudice di gara investito, Cassazione conferma condanna per Abbruzzo

Confermata in Cassazione la condanna per l’incidente mortale al IV Slalom Città di Catanzaro

La Corte di Cassazione ha emesso una sentenza definitiva riguardante l’incidente mortale che ha coinvolto Rosario Abbruzzo, pilota della Peugeot 106, avvenuto durante la fase pre-gara del “IV Slalom Città di Catanzaro – Trofeo d’Inverno” il 11 dicembre 2016. Abbruzzo aveva investito il commissario di percorso Giuseppe Chiarella, causandone la morte dopo un mese di agonia all’ospedale Pugliese.

La sentenza conferma la colpevolezza dell’imputato, respingendo il ricorso presentato dalla difesa. L’incidente si verificò durante una sfilata dimostrativa pre-gara su un tratto stradale urbano già chiuso al traffico, in preparazione per la competizione organizzata dall’Automobile Club Catanzaro. Abbruzzo, alla guida della Peugeot 106 a una velocità di circa 70 km/h, perse il controllo del veicolo, investendo Chiarella e causando lesioni a un’altra commissaria di gara.

Il direttore di gara, Giuseppe Chiarella, residente a Tiriolo e di 55 anni, aveva il compito di moderare la velocità dei veicoli lungo il percorso. L’investimento provocò lesioni mortali a Chiarella e lesioni personali alla commissaria di gara. La sentenza della Corte di Cassazione sancisce la definitiva responsabilità di Abbruzzo nell’accaduto.

Nel 2016, la notizia era stata riportata dai media come un’ombra sulla festa dell’automobile pianificata dall’Automobile Club Catanzaro. Il presidente dell’associazione, Eugenio Ripepe, aveva dichiarato la sua speranza di celebrare l’evento come una festa dell’automobile, ma l’incidente aveva oscurato tali intenzioni.

Durante la preparazione della gara, Chiarella era stato investito dalla Peugeot 106 nera di Abbruzzo, che non risultava regolarmente registrata e autorizzata come le altre partecipanti. L’auto aveva infranto le regole stabilite, non seguendo un’autovettura dell’organizzazione e procedendo a una velocità non moderata.

Nonostante l’incidente, dal punto di vista organizzativo non furono riscontrate anomalie, e il responsabile della sicurezza pubblica autorizzò lo svolgimento della gara, che si concluse regolarmente ma con una durata ridotta, limitata a due giri anziché quattro. La conferma della condanna di Rosario Abbruzzo dalla Corte di Cassazione pone finalmente fine a questo doloroso capitolo, gettando luce sulla responsabilità dell’imputato nell’incidente mortale.