Ricordando Maria Chindamo: la Calabria che resiste alla ‘ndrangheta

Maria Chindamo
Maria Chindamo

Sono passati nove anni dalla morte di Maria Chindamo. Una morte atroce per mano della ‘ndrangheta, un omicidio efferato per il quale non c’è ancora giustizia.

Il 6 maggio di nove anni fa, Maria deve vedere degli operai presso la sua azienda agricola, a Limbadi, in provincia di Vibo Valentia. Un dipendente dell’azienda telefona al fratello della donna dicendo di aver trovato l’auto accesa davanti al cancello con dentro tracce di sangue.

Inizia così un lungo calvario giudiziario e umano in cui femminicidio e patriarcato sono gli elementi più emergenti di una vicenda che lascia attoniti, consapevoli di essere negli anni 2000, ma solo come data.

Negli anni seguenti, la magistratura dovrà combattere contro l’omertà e la crudeltà della ‘ndrangheta. Del mondo delle ‘ndrine con le sue regole e la violenza che, in tempi passati, evitava donne e bambini.

Durante le indagini emergono alcuni dettagli raccapriccianti sulla morte di Maria, madre di tre figli mai tornata a casa. Il suo corpo non può essere restituito perché dato in pasto ai maiali dopo essere stato ridotto in pezzi da un trattore.

Maria muore perché donna, perché libera di amare chi vuole, perché colpevole, secondo la famiglia dell’ex marito, del suicidio del marito in seguito alla richiesta di separazione. Libera di voler gestire le sue terre che facevano gola a un boss locale.

Una mentalità patriarcale, antica ma prepotentemente attuale in certi ambienti.

La famiglia del marito di Maria le dà la colpa del suicidio del figlio che non voleva accettare la separazione dalla moglie. Questo odio nei confronti di Maria era un’ottima copertura per il vero mandante dell’omicidio: un boss locale che pretendeva le terre agricole della donna. Purtroppo, nonostante le indagini, il vero colpevole + libero. Il suocero muore nel 2017 lasciando vane le risposte. Cinquanta imputati, ma la verità è ancora da scoprire nonostante qualche pentito che dà dei dettagli.

Oggi il ricordo di Maria Chindamo da parte di associazioni e cittadini di fronte al cancello maledetto

Davanti alla sua azienda verrà inaugurato un giardino un’iniziativa “Illuminiamo noi le terre di Maria Chindamo”, in memoria dell’imprenditrice calabrese.

La commemorazione sarà fatta con autorità locali e della sottosegretaria di Stato all’Interno, Wanda Ferro.

Il comitato “Controlliamo noi le terre di Maria” saranno davanti alla azienda agricola per inaugurare una scultura commemorativa e un giardino, progettato dagli studenti dell’Istituto d’istruzione superiore di Vibo Valentia. 

“Lo Stato – ha detto il ministro Carlo Nordio – resta vicino ai familiari, agli amici di Maria, a queste terre mai dimenticate. Perché sia chiaro che qui il messaggio dello Stato è tutt’altro che simbolico: in questa battaglia non resterete soli”.

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